L'Arcidiocesi di Udine fu costituita il 6 luglio 1751 con la bolla "Iniuncta nobis"
di Papa Benedetto XIV, tramite la quale il Pontefice ratificava un accordo raggiunto tra i governi austriaco e veneziano che prevedeva la soppressione del Patriarcato di Aquileia e la sua divisione in due nuove circoscrizioni ecclesiastiche: l'Arcidiocesi di Udine, cui fu assegnata la giurisdizione sulle terre sotto il dominio della Serenissima; e l'Arcidiocesi di Gorizia, cui toccarono le terre sotto il dominio asburgico. Le date dell'istituzione delle due sedi vescovili furono: 18 aprile 1752, per il territorio arciducale di Gorizia ed il 16 gennaio 1953 per il territorio veneto di Udine.
Con la "Iniuncta nobis" perciò, il Papa soppresse il Patriarcato e contestualmente eresse l'Arcidiocesi di Udine. Questa decisione fu confermata dallo stesso Pontefice con la bolla "Suprema Disposizione" del 19 gennaio 1753 che definì tutte le questioni accessorie, tra cui le diocesi suffraganee della nuova sede metropolitana, ossia tutte quelle dell'antico patriarcato in territorio veneziano: Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Ceneda (Vittorio Veneto), Belluno, Feltre, Concordia, Capodistria, Emonia, Parenzo e Pola. Primo arcivescovo di Udine fu nominato il Patriarca di Aquileia Daniele Dolfin che mantenne anche il titolo di Patriarca fino alla morte. Il 1° maggio 1818, in forza alla bolla "De salute Dominici gregis" di Papa Pio VII, Udine divenne semplice vescovato, soggetto alla sede metropolitana di Venezia.
Il 30 aprile 1846, le parrocchie cadorine dei distretti di Pieve e di Auronzo furono staccate dalla diocesi di Udine ed aggregate alla diocesi di Belluno, con la bolla "Universalis Ecclesiae regimen" di Papa Gregorio XVI. Papa Pio IX, anche per le sollecitazioni del Cardinale Fabio Maria Asquini , con la bolla "Ex catholicae unitatis" del 14 marzo 1847 elevò nuovamente la Diocesi al rango di Sede Metropolitana senza suffraganee rendendola, immediatamente soggetta alla Santa Sede.
Il 20 febbraio 1932 in seguito alla bolla "Quo Christi fideles" di Papa Pio XI incorporò il decanato di Tarvisio, che era appartenuto alla Diocesi di Gork e la Parrocchia di Fusine in Valromana che era appartenuta alla Diocesi di Lubiana. In ricordo dell'antico patriarcato, l'Arcivescovo di Udine aveva il privilegio di indossare l'abito corale, lo zucchetto, la fascia e la filettatura della talare di un colore rosso abbrunato rispetto alla porpora cardinalizia (anche in seta moiré), detto "rosso patriarchino". Lo stemma degli arcivescovi di Udine prevedeva il galero verde, foderato in rosso patriarchino.
DANIELE DOLFIN (Italianizzato in Delfino)
Nacque il 22 gennaio 1688 a Venezia da una nobile famiglia veneziana che già aveva vantato un doge della Repubblica e molti altri uomini di chiesa. Ordinato sacerdote, il 14 aprile 1715 divenne Vescovo Coadiutore di Aquileia, e nel contempo anche Vescovo Titolare di Aureliopoli (dal 14 aprile 1715 al 13 agosto 1734). Aureliopoli fu una Sede Episcopale in Turchia. Nel 1717 divenne Abate Commendatario dell'Abbazia di Moggio e poi di quella di Rosazzo. Successivamente, venne eletto Patriarca di Aquileia il 13 agosto 1734, ma, quando il Patriarcato venne soppresso, ottenne il governo dell'Arcidiocesi di Udine il 6 luglio 1751, mantenendo il titolo personale di Patriarca. Nel 1740 tenne l'ultimo Sinodo Diocesano Aquileiese.
Il 10 aprile 1747 venne proclamato Cardinale Presbitero di Santa Maria sopra Minerva per mano di Benedetto XIV. Partecipò al conclave del 1758 che elesse Papa Clemente XIII. Morì a Udine il 13 marzo 1762 all'età di 76 anni e venne sepolto nella chiesa di Sant'Antonio Abate in Udine. Fu lui che promosse in Friuli il culto del Beato Bertando e dei Santi Ermacora e Fortunato e fece costruire anche la chiesa della Purità di Udine.
Il 14 luglio 1736, ancora in qualità di Patriarca di Aquileia, Daniele Delfino si recò con il suo corteo, nella sua prima visita pastorale, a Montenars dove prestava servizio Prè Bernardo Morandino. Vi ritornò, una seconda volta, anche il venerdì 21 maggio 1745.
BARTOLOMEO GRADENIGO
Nacque a Venezia dal ramo della famiglia patrizia residente in contrada di S. Simeone Pìccolo, nel sestiere di S. Croce, da Bortolo (IV), detto Giovanni, figlio di Gerolamo e di Isabella Contarini, figlia del cavaliere Carlo. Nel 1754 fu nominato Coadiutore del Cardinale Daniele Dolfin. Nello lo stesso anno ottenne anche la Commenda dell'Abbazia di Vangadizza che tra il X secolo ed il 1792 fu immediatamente soggetta alla Santa Sede. Era situata a Badia Polesine nella chiesa di Santa Maria della Vangadizza, oggi demolita. Fu uno stato indipendente dal 954 al XV secolo. Alla morte del Cardinale Dolfin fu nominato Arcivescovo di Udine (1762). Resse la Diocesi udinese, per circa tre anni, e si spense nel castello di Motta di Livenza il 9 novembre 1765. Gli successe il fratello Giovanni Girolamo.
GIOVANNI GIROLAMO GRADENIGO
Nacque a Venezia il 19 gennaio 1708, fratello di Bartolomeo. Sin dall'infanzia fu destinato alla carriera ecclesiastica svolgendo tutta la propria formazione spirituale e culturale presso i Teatini di Brescia ed entrando poi nell'Ordine. Indubbie doti intellettive lo portarono a primeggiare sia nel campo dell'erudizione umanistica sia nella carriera ecclesiastica. Il 20 gennaio 1732 fu consacrato presbitero, poi proclamato lettore di teologia. Alla fine del 1755 fu nominato Procuratore Generale deiCfèatijni. Tra il 1750 e il 1766 - con pari impegno e con notevoli risultati - svolse compiti direttivi nell'Ordine, si profuse nella cura delle anime e si impegnò in studi che spaziavano dalla teologia alla storia e dalla filologia alla linguistica.
Così il Vescovo A.M. Querini, cui fu legato da sincero rapporto di stima e amicizia, lo volle tra i professori del seminario bresciano. La sua prolifica attività di studioso ed erudito non lo distolse, comunque, dalla cura delle anime a cui la vocazione - in consenziente obbedienza ai voleri della famiglia - lo aveva chiamato sin dalla tenera età. Si segnalò nella celebrazione dei divini uffici, nel quotidiano così come nelle ricorrenze pubbliche e religiose, sacre e profane. Profuse la profonda cultura e la fluida dialettica ai fedeli in sermoni ed omelie latini e italiani. Gli echi di tali capacità ben presto giunsero anche agli organi politici della nativa Venezia.
Soppresso il patriarcato di Aquileia, cui tra 1751 e 1752 subentrarono i due arcivescovadi di Gorizia e Udine, fu chiamato dal Senato Veneziano a ricoprire l'impegnativa carica di Arcivescovo di Udine e fu eletto il 28 novembre 1765, solo undici giorni dopo la morte del predecessore e fratello, Bartolomeo Gradenigo, così come concordato tra la Repubblica, la S. Sede e Maria Teresa d'Austria. La consacrazione avvenne a Roma il 2 febbraio 1766 per mano di Clemente XIII, il veneziano Carlo Rezzonico. Si distinse non solo come ecclesiastico, attento a ogni aspetto della vita religiosa, in ossequio alle direttive della S. Sede (nel 1767 e nel 1771 richiamò addirittura i parroci al corretto uso degli strumenti nelle esecuzioni di musica sacra), ma anche come ottimo amministratore dei beni, negli interessi della Chiesa e dello Stato.
Uomo di multiforme cultura e interessi, incrementò il patrimonio librario della biblioteca fondata dal predecessore Daniele Dolfin (Patriarca di Aquileia dal 1734 al 1762), eresse un nuovo seminario, portò a termine la fondazione della casa della carità voluta da F. Renati e il 23 giugno 1766 pose la prima pietra di un nuovo ospedale nel luogo del soppresso convento dei francescani. Alla realizzazione di queste opere contribuì largamente con il proprio patrimonio. Grande impulso al rinnovamento spirituale e a un più vivo contatto con il popolo, venne da una sua capillare visita pastorale, intrapresa tra maggio e settembre 1767.
A ricordo di tanto attivo operare diede alle stampe le "Istruzioni due per li parrochi, prima della prudenza, seconda della predicazione" (Udine 1771), cui nel 1776, ancora a Udine, fecero seguito due volumi di prediche e direttive gestionali e burocratiche. Nel 1779, fece stampare una traduzione in friulano delle disposizioni relative all'insegnamento religioso nelle famiglie e nelle scuole primarie (Ristret des primariis instruzions che devin da ju paris, e lis maris alle tenerae fiolanzae in chiasae, o ju maestris e lis maestris ne primae scuelae, tradot in furlan, per ordin di so eccel. rev. Zanjeroni G., arcivescul di Udin, Udine 1779).
Nel 1782, Udine fu onorata dalla visita di Pio VI, che era diretto a Vienna. Ad accoglierlo, nel modo più degno, oltre al Vescovo Gradenigo furono presenti anche Bonifacio Da Ponte, Vescovo di Capodistria, e Giovanni Barbaro, Luogotenente nella Patria del Friuli. Il 13 e 14 marzo il pontefice, alloggiato nel palazzo del Conte Antonini, fu festeggiato con una messa celebrata nella Metropolitana e impartì al popolo, ai prelati e nobili presenti la benedizione apostolica. Dopo questo rilevante avvenimento proseguì nel suo incarico, con rara dedizione, per venti anni, sino alla morte a Udine sopraggiunta il 30 giugno 1786. Fu sepolto nella chiesa del nuovo ospedale da lui stesso fondato.
NICOLO' ANGELO SAGREDO
Nacque a Venezia, il 20 settembre 1728, dalla famiglia patrizia dei Sagredo che già aveva dato un doge alla Repubblica di Venezia. Sposato con Maria Maddalena Trevisan, alla sua morte decise di dedicarsi alla vita ecclesiastica ed il 14 dicembre 1777 fu ordinato Sacerdote. Fu nominato Arcivescovo di Udine il 10 marzo 1787.
Sabato 11 luglio 1789 fece una visita pastorale a Montenars. Il 18 giugno 1792 fu trasferito alla sede episcopale di Torcello mantenendo, a titolo personale, la dignità arcivescovile. Fu l'ultimo titolare della diocesi porcellana, la quale, dopo la morte del Sagredo, rimase vacante per circa quattordici anni, fino a quando, il 1° maggio 1818, venne definitivamente soppressa da Papa Pio VII. L'Arcivescovo Sagredo morì a Venezia il 16 agosto 1804, all'età di 75 anni.
PIETRO ANTONIO ZORZI - C.R.S.
Nacque presso il castello di Novigrad (attuale Croazia) il 7 novembre 1745 da una famiglia del patriziato veneto. Vestì l'abito dei Somaschi nel 1764. Fu ordinato Sacerdote a Verona nel 1768. Fu Vescovo di Ceneda (Vittorio Veneto) dal 1786 al 1792 quando il 28 luglio fu nominato Arcivescovo di Udine su proposta del Senato Veneto e si insediò ufficialmente il 4 marzo 1793. Papa Pio VII lo elevò al rango di Cardinale nel Concistoro del 17 gennaio 1803.
Morì il 17 dicembre 1803, ancora giovane, all'età di 58 anni, prima di ricevere l'investitura ed il titolo. Venne sepolto nel duomo di Udine. Ebbe la fama di "giansenista" e come tale fu un sorvegliato speciale dal Nunzio. 1803 - 1807 SEDE VACANTE Amministrata dal Vicario Capitolare (figura giurìdica, prevista dalle leggi ecclesiastiche, che governa la diocesi quando questa non ha un vescovo titolare) Mons. Mattia Cappellari (1754-1832) di Pesariis, Canonico Penitenziere della Metropolitana.
1807 - 1807 - FILIPPO VITTORIO MELANO –
Conte di Portula, Arcivescovo e Predicatore Domenicano, nacque a Cuneo il 27 settembre 1733 da Giuseppe Antonio (1677-1774) e Anna Camilla Pascale, baronessa di Nucetto. Fu uno stimato maestro di teologia. Nel 1773 assunse alla carica di Priore del convento di San Domenico a Torino. Il 10 giugno 1778 fu nominato Arcivescovo di Cagliari dove insegnò anche nella locale Università dal 1779 al 1796. Il 24 luglio 1797 fu trasferito alla diocesi di Novara, come arcivescovo con titolo personale, proprio poco prima dell'inizio dell'invasione francese.
Per la posizione ossequiente che detenne in questo periodo, fu ricordato come persona ambigua perché spesso collaborò con le autorità repubblicane prima e napoleoniche poi. Ma in realtà seppe con destrezza, abilità e tatto passare indenne in questo turbolento periodo. Tale comportamento contribuì a proteggere non solo la sua figura ma anche il clero da azioni repressive drastiche ed evitò il pericolo di ulteriori sottrazioni. Preservò, tra l'altro, l'edificio della cattedrale da un ipotizzato abbattimento per ampliare la piazza antistante minacciato da parte dei rivoluzionari.
Nominato Arcivescovo di Udine, rinunciò alla carica per raggiunti limiti di età. Morì nella città di Novara il 23 dicembre 181
1807 - 1814 - BALDASSARRE RAPONTI
Originario di Ravenna venne nominato Arcivescovo di Udine dallo stesso Napoleone Buonaparte.
1814 - 1818 - SEDE VACANTE
Amministrata, come in precedenza, dal Vicario Capitolare Mons. Mattia Cappellari di Pesariis richiamato alla carica.
- 1818 - GUALFARDO RIDOLFI Originario di Verosa morì pochi giorni dopo la nomina.
1818- 1845 - EMMANUELE LODI,
O.P. Unico semplice Vescovo della serie. Nel 1823 il Vescovo Emanuele Lodi, trasformò l'Abbazia di Rosazzo in residenza estiva dei Vescovi di Udine. Venne insignito del titolo nobiliare di Marchese di Rosazzo, titolo che venne poi riconosciuto nel 1927 anche dal Regno d'Italia.
Il 17 agosto 1829, vigilia della festa di S.Elena, fece una visita parrocchiale a Montenars e trovò "tutto in ordine".
ZACCARIA BRICITO
Nacque a Bassano del Grappa il 13 ottobre 1802. Nominato Vescovo di Udine il 21 dicembre 1846, resse la diocesi fino al 1851, lasciando ai fedeli un ricordo di grande umanità e cristianità. Durante il suo episcopato, nel 1847 Papa Pio IX restituì ad Udine la dignità di Arcidiocesi. Durante la prima guerra d'indipendenza, il 22 aprile 1848, fu mandato al quartier generale di Nugent a trattare la resa della città di Udine, assediata dalle truppe austriache.
Morì ad Udine il 6 febbraio 1851 e fu sepolto nel Duomo di Udine.
GIUSEPPE LUIGI TREVISANATO
Nacque alla Giudecca, nella parrocchia di Sant'Eufemia, il 15 febbraio 1801. Ancora bambino si trasferì a Santo Stefano, nel sestiere di San Marco. Viste le ristrettezze familiari, il padre lo mandò a lavorare giovanissimo presso la bottega di un droghiere e durante questa esperienza conobbe Mons. Luigi Angeli, Parroco di Santo Stefano, che lo aiutò ad entrare in seminario. Studente promettente di filosofia e teologia, ancor prima di essere ordinato fu avviato all'insegnamento della grammatica presso la quarta umanità. Il 13 marzo 1824 fu creato sacerdote dal Patriarca Giovanni Ladislao Pyrker ed il 19 marzo successivo, giorno di San Giuseppe, celebrò la sua prima messa.
Fu Arcivescovo di Udine dal 27 settembre 1852 al 7 aprile 1862 quando venne nominato Patriarca di Venezia. Fu nominato Cardinale da Papa Pio IX durante il concistoro del 16 marzo 1863. Come Patriarca di Venezia, carica che ricoprì dal 1862 alla morte avvenuta il 28 aprile 1877, si ritrovò ad operare in un periodo molto delicato, tra gli ultimi anni della dominazione austriaca in Veneto e l'unione al Regno d'Italia.
Si prodigò particolarmente nell'aiutare i patrioti arrestati dagli Austriaci dimostrando tuttavia prudenza ed equilibrio. Fu inoltre un esperto orientalista. La sua passione per le lingue e la cultura asiatica lo portò a stringere una cordiale amicizia con il rabbino della comunità ebraica di Venezia.
ANDREA CASASOLA
Uno dei pochi friulani divenuti Arcivescovi di Udine nacque a Buja il 26 agosto del 1806. Ordinato Diacono il 18 dicembre 1830 divenne Sacerdote il 19 marzo del 1831. Il 18 maggio del 1856 fu nominato Vescovo di Concordia-Pordenone e il 28 settembre 1863 fu elevato ad Arcivescovo di Udine. Fu conosciuto per essere autore di un noto trattato di teologia morale del 1841. Morì il 12 agosto 1884. Ai Casasola diede sicuramente notorietà e fama. Insigne teologo fu personaggio molto importante nella storia friulana dell' '800 di cui ne influenzò anche il corso politico. Partecipò attivamente al Concilio Ecumenico Vaticano 1°. In qualità di Arcivescovo di Udine si fregiò per oltre 20 anni del titolo di Marchese di Rosazzo.
GIOVANNI MARIA BERENGO
Nacque a Venezia il 6 luglio 1820, da Luigi e da Elisabetta Tesso. Compiuti gli studi nel locale seminario, fu ordinato sacerdote il 5 febbraio 1843. Laureatosi in teologia e diritto canonico, fu presto incaricato dell'insegnamento nel medesimo seminario. Nel 1846 divenne professore ordinario nella prima classe di umanità e nel 1851, nelle due classi di filosofia, insegnò latino, greco e italiano. Dopo aver esercitato per diversi anni il ministero pastorale nella chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari, nel 1855, venne chiamato a insegnare nel seminario storia ecclesiastica ed eloquenza, e quindi teologia pastorale e dogmatica.
Nel 1859 fu teologo diocesano al concilio provinciale veneto, nel 1863 canonico residenziale della basilica di S. Marco, l'anno successivo canonico teologo e nel 1865 segretario del sinodo diocesano tenuto dal Cardinale Giuseppe Trevisanato. Come teologo di questo cardinale intervenne poi al Concilio Vaticano I (1869-70), ove coprì l'ufficio di segretario nelle adunanze dell'episcopato veneto, lombardo e degli antichi Stati sardi, presiedute dal Cardinale Trevisanato. Nel 1867, dopo l'annessione del Veneto fondò il "Veneto Cattolico", primo giornale dei cattolici veneti e friulani che diede voce agli ambienti cattolici contrari al modernismo.
Dopo aver tenuto la reggenza provvisoria del patriarcato in qualità di vicario capitolare generale (1877), nel 1878 fu consacrato Vescovo di Adria. Durante poco più di un anno di attività in questa diocesi, si dedicò soprattutto a migliorare l'istruzione del clero e a fondare opere di assistenza spirituale e materiale. Passò nel 1879 alla diocesi di Mantova. Sin dalla prima pastorale, esortando alla concordia e all'unità i cattolici, e palesando poi moderazione e cautela, cercava di rappresentare e interpretare l'abile politica di Leone XIII. La sua attività si esplicò in una serie di iniziative dirette a compiere una graduale opera di restaurazione dei valori religiosi e degli istituti ecclesiastici in crisi durante il ventennio precedente: pratiche di pietà e carità; riapertura del seminario; predicazione contro i protestanti; ritorno alla Chiesa di due parrocchie scismatiche; fondazione del comitato diocesano dell'Opera dei congressi; istituzione delle congregazioni delle Figlie di Maria; propagazione del Terzo Ordine francescano; rinascita della società di S. Vincenzo; visite pastorali in città e provincia.
Preconizzato arcivescovo di Udine nel concistoro del 10 novembre 1884, nell'aprile dell'anno successivo prese possesso della nuova diocesi, alla quale si dedicò con slancio, avendo come Vicario Generale Mons. Antonio Feruglio fino al novembre del 1887 e in seguito Don Francesco Isola, insegnante di diritto canonico in seminario. Cercò in particolare di rianimare le associazioni religiose, di sostenere l'Opera dei congressi e il quotidiano cattolico di Udine "II Cittadino italiano"; contro i progetti di legge sul divorzio e sulla precedenza del matrimonio civile sul matrimonio ecclesiastico fece raccogliere dai suoi parroci migliaia di firme.
Nel luglio 1893 fu colpito da una grave infermità che lo mise nell'impossibilità di attendere ai suoi doveri pastorali, esplicati quindi dal Vescovo Ausiliare Mons. Pier Antonio Antivari. Il 2 e 3 dicembre del 1889 fu in visita pastorale a Montenars e con l'occasione fece visita anche alla famiglia del Rev.do Suo Vicario Generale Mons. Francesco Isola.
PIETRO ZAMBURLINI
Nacque il 15 dicembre 1832 nella parrocchia di S. Michele Arcangelo di Bagnoli, nella provincia di Padova. Entrò giovanissimo nel Seminario arcivescovile della Città del Santo dove, agli inizi del 1858, fu ordinato sacerdote e dove rimase come professore. Nel 1866 ottenne la laurea in Teologia. Continuò ad insegnare nello stesso Seminario per parecchi anni e quindi passò alla Cattedra Teologica dei Sacri riti e Pastorale, che tenne per quattro anni.
Già nel 1867, intanto, era stato eletto Rettore del Seminario, facendo ben presto rifiorire, nonostante tanti atteggiamenti anticlericali del tempo, mettendo tutto il suo cuore e la sua intelligenza, rimanendo in carica per un decennio. Nel 1875 il nuovo Vescovo di Padova Mons. Callegari lo creò suo Pro Vicario Generale; venne nominato socio dell'Accademia Romana di San Tommaso d'Aquino; nel 1887 assunse l'incarico di Vicario Generale; nel 1889 divenne Arcidiacono del Capitolo. A Padova Mons. Zamburlini si era particolarmente distìnto per l'attività svolta in seno all'Opera del Congressi, (la prima organizzazione dei cattolici militanti italiani, sorta nel 1874, fedelissima alle direttive del Papa), stimolo per l'intraprendenza dei cattolici, Opera che aveva promosso tali e tante iniziative che avevano conquistato il pieno consenso della popolazione. Padova era considerata di gran lunga la diocesi più organizzata d'Italia. S.S. Leone XIII lo elevò a Vescovo di Concordia il 16 gennaio 1893: fu consacrato il 22 aprile successivo ed entrò solennemente nella diocesi di Concordia il 16 febbraio 1894.
Ebbe la carica di Arcivescovo di Udine nell’aprile 1896 e passò a reggere la nuova cattedra il 21 marzo 1897. Il 1° dicembre 1909 spirava per infarto ad Artegna all'età di 77 anni. Indebolito dalla malattia da diverso tempo, desiderava comunque essere costantemente presente in mezzo ai "suoi figli", tanto che il giorno prima dell'incontro col Padre cresimò due bambini. Il 23 novembre 1903 fece una visita pastorale a Montenars.
ANTONIO ANASTASIO ROSSI
Nacque a Milano il 18 luglio 1864 e fu ordinato Sacerdote il 25 marzo 1887. Fu consacrato Arcivescovo di Udine l'8 marzo 1910. Durante il suo episcopato iniziò lo sviluppo del giornalismo e del movimento sociale cattolico in Friuli. Fu anche uno dei maggiori fautori del riavvicinamento tra Stato e Chiesa, tanto da dichiarare pubblicamente durante la Settima Settimana Sociale, tenutasi a Milano dal 30 novembre al 6 dicembre 1913, che per risolvere la Questione romana era sufficiente la internazionalizzazione della legge delle guarentigie, come già proposto dal liberale Stefano Jacini.
Dopo la rotta di Caporetto decise di lasciare la città di Udine e di trovare rifugio nelle retrovie italiane; questa decisione fu aspramente criticata, dal momento che il Vescovo di Concordia Francesco Isola era rimasto al suo posto per dare supporto alla popolazione.
Il 19 dicembre 1927 fu elevato a Patriarca latino di Costantinopoli e prelato di Pompei, cariche che mantenne per il resto della vita. Fu anche l'ultimo patriarca latino di tale sede, perché alla sua morte la sede restò vacante e nel 1964 fu definitivamente soppressa. Morì il 29 marzo del 1948 a Pompei. Il 14 agosto 1921 fece la sua terza "Visita Pastorale" a Montenars.
GIUSEPPE NOGARA
Nacque nel 1872 a Bellano (CO); ordinato Sacerdote nel 1895 insegnò Filosofia e Sacra Scrittura a Milano. Qui conobbe il direttore delle Biblioteca Ambrosiana, Mons. Achille Ratti, il futuro Pio XI e incontrò e collaborò con Don Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII. Chiamato a Roma da Pio XI, nel 1922 assunse la carica di Segretario della Congregazione "de Propaganda Fide".
Nel gennaio del 1928 fu eletto Arcivescovo di Udine. Anni difficili, quelli vissuti a Udine da Mons. Nogara, segnati dall'ascesa della dittatura fascista, dai Patti Lateranensi, dalla seconda Guerra Mondiale, dalla guerra civile e dall'invasione tedesca, dall'immediato dopoguerra in un Friuli, spalla a spalla, con la Jugoslavia comunista. Morì il 9 dicembre 1955 dopo aver condotto, per ben 27 anni, l'Arcidiocesi friulana.
GIUSEPPE ZAFFONATO
Nacque il 29 agosto 1899 a Magre di Schio. Fu ordinato Sacerdote il 16 luglio 1922 nella diocesi di Vicenza. Fu subito un prete intelligente: ai Carmini giovanissimo, fu sempre legatissimo al "suo" vescovo Mons. Ferdinando Rodolfi (il vescovo che ebbe l'ardire di controbattere il duce) e poi fu mandato parroco a Santissima Trinità di Montecchio Maggiore. Poi il suo "exploit" apostolico, negli Anni Trenta (gli anni del fascismo, della guerra d'Africa e della propaganda all'eccesso del sistema dittatoriale che ci precipitò poi alla guerra inutile ed assurda) alla vecchia e gloriosa parrocchia di Araceli, che allora arrivava fino al Comune di Monticello Conte Otto, bella nella sua chiesa di Guarino Guarini e del suo ricreatorio dedicato a San Giovanni Bosco.
All'Araceli Mons. Zaffonato lasciò incancellabili ricordi: fondò gli Amici dell'oratorio- ricreatorio, incrementò le vocazioni sacerdotali, propagando l'associazionismo cattolico, si battè per i giovani e la buona stampa, cominciò a scrivere parecchi volumetti di spiritualità che diventarono "pane quotidiano di formazione" per diverse generazioni. Poi la sua ascesa a Valdagno, dove il parroco, nel pieno della sua maturità, diede prova di saggia intuizione pastorale. Il 6 febbraio 1944 fu nominato Amministratore Apostolico di Vittorio Veneto e Vescovo Titolare di Elatea. Ricevette l'ordinazione episcopale il 6 aprile dello stesso anno per l'imposizione delle mani del Vescovo Cariò Zinato. Il 27 settembre del 1945 ricevette l'incarico di Vescovo di Vittorio Veneto. A Vittorio Veneto Mons. Zaffonato diede ancora prova di generosa presenza confortando e mando i suoi fedeli, il clero, gli immigrati. L'8 giugno 1952 conferì l'ordinazione episcopale al Vescovo di Nocera de' Pagani Fortunato Zoppas.
E da Vittorio Veneto (sede poi di Papa Luciani) passò il 31 gennaio 1956 a capo dell'arcidiocesi di Udine. Fu a Udine che il presule iniziò opere importanti come il seminario, la biblioteca, il restauro d'importanti edifici e soprattutto caratterizzò tutta la sua azione di pastore vero nei riguardi della gente, dei poveri, degli emigranti, della catechesi, dell'esperienza evangelica. Si impegnò affinchè le collezioni d'arte collocate nei depositi della Curia ricevessero una sistemazione espositiva: nel 1963 inaugurò così la prima sede del Museo diocesano, ospitata provvisoriamente in alcuni locali del Seminario.
Dopo essere riuscito a portare ad Udine il congresso eucaristico, con la presenza di Paolo VI, il 29 settembre 1972, si ritirò a Monte Berico, a casa San Raffaele, dalle "fugasette", come sono chiamate ancor oggi le figlie di Maria Fogazzaro. E da Monte Berico l'arcivescovo riceveva i suoi vecchi parrocchiani, si intratteneva con loro, celebrava cresime, dov'era chiamato, partecipava a commoventi incontri. Morì all'ospedale di Arzignano il 28 agosto 1988 alla vigilia del suo compleanno, l'ottantanovesimo.
ALFREDO BATTISTI
Nacque a Masi (Provincia di Padova) il 17 gennaio 1925 e fu ordinato Sacerdote il 20 settembre 1947. Vicario Generale delle diocesi di Padova, il 13 dicembre 1972 fu eletto arcivescovo di Udine. Ricevette l'ordinazione episcopale il 25 febbraio 1973 nella cattedrale di Udine dal Vescovo Girolamo Bartolomeo Bortignon, coconsacrati i vescovi Emilio Pizzoni e Giovanni Mocellini.
Durante il periodo in cui fu arcivescovo di Udine, si adoperò molto affinchè la lingua friulana diventasse lingua liturgica, con il riconoscimento dei suoi meriti per la battaglia culturale compiuta, avvenuto ad Aquileia nel 2001. Fu definito "il Vescovo del terremoto", in quanto Arcivescovo dell'Arcidiocesi di Udine durante il disastroso terremoto del Friuli del 1976.
In particolare, pronunciò la frase che divenne lo slogan della ricostruzione dopo il terremoto: "Prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese". Il 9 gennaio 1983 conferì l'ordinazione episcopale a Raffaele Nogaro e, il 4 gennaio 1986, a Pietro Brollo. Si dimise, per raggiunti limiti di età, il 28 ottobre 2000 e si ritirò presso il Santuario "Madonna Missionaria" di Tricesimo.
Dal 20 ottobre divenne Vescovo Emerito dell'Arcidiocesi di Udine. Morì verso le 15.00 del 1° gennaio 2012 all'ospedale di Udine , dove era stato ricoverato il giorno precedente. Il rito funebre si tenne il 4 gennaio nella cattedrale di Udine e fu presieduto dall'arcivescovo di Gorizia Dino De Antoni, alla presenza di una quindicina di vescovi provenienti dal triveneto, dalla Slovenia e dall'Austria.
PIETRO BROLLO
Nacque a Tolmezzo il 01 dicembre 1933 da Giovanni e Giovanna Copetti, e frequentò nel capoluogo carnico le elementari, le medie, e, nel collegio Don Bosco, il ginnasio. Entrato nel seminario di Udine nell'ottobre del 1949, frequentò il liceo classico e la propedeutica. Nel 1953 si trasferì per lo studio della Teologia a Roma, nel Seminario Romano, dove si laureò in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense.
Ordinato Sacerdote nel Duomo dì Tolmezzo il 17 marzo 1957 da S.E. Mons. Giuseppe Zaffonato, vi celebrò la prima S. Messa il 19 marzo seguente. Incaricato dell'insegnamento di Lettere prima e poi di Lingua e Letteratura Francese nel Seminario di Castellerio (UD) assolse successivamente anche all'incarico di Preside del Ginnasio-Liceo "San Bernardino da Siena" a Udine. Svolse le funzioni di Vice- Assistente diocesano degli universitari cattolici della F.U.C.I. ed esercitò negli stessi anni il ministero sacerdotale come Cappellano festivo nelle parrocchie di Passons e dei Rizzi (Udine).
Nominato nel 1972 da S.E. Mons. Zaffonato, su indicazione dei sacerdoti della Diocesi, Rettore del Seminario Arcivescovile di Udine, svolse tale compito fino al settembre del 1976. Designato da S.E. Mons. Battisti quale Parroco della Chiesa Arcipretale di Ampezzo, vi fece il suo ingresso il 3 ottobre 1976. Dallo stesso Arcivescovo di Udine fu nominato Arciprete della Pieve Arcipretale di Gemona del Friuli il 22 luglio 1981. Prese possesso della nuova sede il 27 settembre dello stesso anno con una Messa solenne celebrata nel Centro Sociale di Salcons per l'inagibilità del Duomo, gravemente danneggiato dal terremoto del 1976.
Nominato dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II Vescovo Titolare di Zuglio Carnico e Ausiliare dell'Arcivescovo di Udine il 12 ottobre 1985, fu ordinato Vescovo il 4 gennaio 1986 nel Duomo di Gemona, per la prima volta riaperto al culto dopo la ricostruzione. Oltre al compito di Vescovo Ausiliare, svolse anche quello di Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Udine. Nominato Vescovo della Diocesi di Feltre e Belluno il 2 gennaio 1996, prese possesso della Diocesi il 3 marzo 1996.
Nominato sempre da Giovanni Paolo II Arcivescovo di Udine il 28 ottobre 2000, prese possesso della Diocesi il 7 gennaio 2001. Il 29 giugno 2001 nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, durante una solenne concelebrazione eucaristica nella piazza antistante la Basilica Vaticana, il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II gli impose il "Pallio degli Arcivescovi Metropoliti".
Il 20 agosto 2009 è stato nominato Amministratore Apostolico, in attesa della presa di possesso dell'Arcidiocesi da parte del Vescovo eletto, Mons. Andrea Mazzoccato, proveniente dalla diocesi di Treviso. Il 19 ottobre 2009 è diventato Vescovo Emerito dell'Arcidiocesi di Udine.
ANDREA BRUNO MAZZOCATO
Nacque a San Travaso di Preganziol il 1° settembre 1948 e frequentò gli studi presso il Seminario vescovile di Treviso. Venne ordinato Sacerdote il 3 settembre 1972 dal Vescovo Mons. Antonio Mistrogiro. Dal 1972 al 1977 svolse il ministero sacerdotale come Cooperatore Parrocchiale a S.Martino di Lupari (PD). Contemporaneamente conseguì la Licenza di Liturgia Pastorale presso l'Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina (PD).
Successivamente conseguì la Licenza in Teologia Dogmatica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale (MI). Dal 1977 al 2001 fu docente di Teologia Dogmatica presso il Studio Teologico del Seminario di Treviso, tenendo corsi anche presso lo Studio "San Massimo" dei Frati conventuali di Padova e presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose. Dal 1977 al 1986 ebbe l'incarico di Padre Spirituale del Seminario Maggiore Diocesano. Dal 1987 al 1994 seguì la formazione del clero giovane come Delegato Vescovile. Nel 1990 venne nominato Pro-Rettore del Seminario Minore di Treviso e poi, nel 1994, Rettore del Seminario Vescovile.
Mons. Mazzocato fu eletto alla Chiesa di Adria-Rovigo rii ottobre 2000 e consacrato Vescovo nella Cattedrale di Treviso il 9 dicembre 2000 dal Vescovo Paolo Magnani. Ha guidato la chiesa rodigina per 3 anni, per fare poi ingresso nella Diocesi di Treviso il 18 gennaio 2004. Il 20 agosto 2009 è stato eletto Arcivescovo di Udine, ed ha iniziato il ministero pastorale nell'Arcidiocesi di Udine il 18 ottobre 2009.
*I Chierici Regolari di Somasca sono un istituto religioso di diritto pontificio. I membri di quest'ordine, detti comunemente Somaschi pospongono al loro nome la sigla C.R.S. L'ordine venne fondato come "Compagnia dei servi dei poveri" da San Girolamo Emiliani verso il 1534 per l'esercizio della carità verso gli orfani e le donne traviate: venne approvato da papa Paolo III nel 1540 ed elevato ad ordine regolare da Papa Pio V il 6 dicembre 1568. I somaschi si dedicavano prevalentemente all'istruzione e all'educazione cristiana della gioventù.
Il "giansenismo" fu una dottrina teologica che tentò di modificare il cattolicesimo, elaborata nel XVII secolo da Giansenio (1585-1638), il quale fondò la sua costruzione teologica sull'idea che l'uomo nasce essenzialmente corrotto e quindi destinato a fare necessariamente il male, e che, senza la grazia di Dio, l'uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla sua volontà. Per la Chiesa Cattolica la dottrina giansenista si poneva in posizioni tendenzialmente "eretiche" e vicine al protestantesimo, per il fatto che eliminava quasi del tutto il libero arbitrio dell'uomo di fronte alla grazia divina, favorendo l'idea di una salvezza predestinata. In effetti il giansenismo fu condannato come eresia dalla Chiesa Cattolica prima da un decreto del Sant'Uffizio del 1641, poi con molti altri documenti, fra cui la bolla "In emienti" di Papa Urbano Vili del 1642.