Altra attività importante era quella boschiva.
I boschi erano essenzialmente ubicati sotto il paese verso il Torrente Vedronza o sul versante opposto sotto la chiesa di Flaipano. Nel tardo autunno gli uomini tagliavano la legna, esclusivamente a mano con segoni o scuri di grosse dimensioni, per il fabbisogno familiare mentre il surplus, e soprattutto il legname più pregiato, veniva ceduto al mercato sia per il brucio che per la lavorazione. Spesso il legname da lavoro veniva acquistato dalle segherie che si trovavano a Vedronza e a Pradielis per essere trasformato in tavolame.
Il lavoro nei boschi era una delle attività più economicamente remunerative, ma era anche particolarmente dura e rischiosa. Poiché non c’erano grossi mezzi di trasporto spesso si sfruttava la potenza dell’acqua del Torrente Vedronza, per fluitare il legname. I tronchi venivano gettati in acqua e dalle sponde venivano guidati tramite lunghi ramponi; quando si incastravano era necessario liberarli a viva forza.
Se le quantità di legname erano ingenti si mobilitavano gruppi molto numerosi di persone ed anche le donne davano il loro contributo. Il legname veniva poi bloccato e quindi recuperato a Vedronza, nelle vicinanze dell’Albergo Stefanutti poco prima della confluenza del Torrente Vedronza nel Torrente Torre. A differenza del taglio del legname che solitamente avveniva in autunno-inverno, la fluitazione veniva effettuata in primavera per poter meglio sfruttare la maggior portata del torrente in occasione delle piogge primaverili.